CHIRURGIA BARIATRICA
Rischi e benefici della chirurgia bariatrica
L’anormale accumulo di grasso viscerale nell’ obesità genera una serie di conseguenze metaboliche che possono essere racchiuse in tre grandi gruppi:
– l’insorgere di una condizione di infiammazione cronica di basso grado;
– l’aumento della concentrazione di acidi grassi nel circolo sanguigno;
– l’aumento di stress ossidativo.
Le dirette conseguenze di queste alterazioni molecolari sono l’insulino-resistenza a carico di tessuto adiposo, muscolo e fegato e l’aumento del rischio di sviluppare diabete di tipo 2, sindrome metabolica e malattie cardiovascolari. L’infiammazione cronica di basso grado spiega, inoltre, l’associazione fra obesità e alcuni tipi di tumori.
L’intervento di elezione in caso di obesità è sullo stile di vita del paziente (esercizio fisico e nutrizione) in combinazione con terapie farmacologiche. Tuttavia, in caso di obesità severa (definita come BMI>40), questo approccio non è sufficiente. Si ricorre quindi alla CHIRURGIA BARIATRICA come trattamento per ridurre l’eccesso di peso, le comorbidità e, quindi, i fattori di rischio associati alla condizione ponderale e metabolica del paziente.
In questo recente articolo pubblicato sul prestigioso Scientific Report di NATURE ci sono i risultati di un lavoro multidisciplinare su pazienti sottoposti a chirurgia bariatrica e follow-up a 6 e 12 mesi a cui Lipinutragen e i ricercatori CNR fondatori dell’Azienda hanno partecipato.
L’obiettivo è stato quello di effettuare analisi molecolari fra loro complementari e studiare l’impatto dell’obesità severa e del trattamento bariatrico tramite il pannello di biomarcatori relativi ad aspetti metabolici, endocrini, infiammatori, neurologici e cellulari.
L’importanza dello studio risiede sia nella tipologia delle analisi che sono state effettuate, sia nella lunghezza di monitoraggio dei soggetti confrontando gli effetti a 6 mesi e fino a 1 anno post-chirurgia.
L’integrazione di tecnologie high-throughput, fra cui anche la LIPIDOMICA DI MEMBRANA su globulo rosso maturo, ha permesso di svelare i meccanismi molecolari di risposta dell’organismo all’accumulo di peso e all’intervento chirurgico, svelandone le interconnessioni e le dinamiche che li mettono in relazione.
Lo studio clinico
Tra il 2017 e il 2019 sono stati arruolati 36 soggetti con obesità grave (33 donne; età media 47,1 ± 10,8 anni; BMI medio 44,3 ± 6,9 kg/m2) presso il servizio ambulatoriale del Centro Obesità dell’Azienda Ospedaliera Universitaria Policlinico Tor Vergata di Roma per la valutazione clinica previa e l’inclusione nello studio. Tutti i pazienti arruolati sono stati sottoposti a chirurgia bariatrica laparoscopica, per lo più con procedure restrittive. Prima dell’intervento, 6 e 12 mesi dopo, tutti i partecipanti sono stati sottoposti a una valutazione medica completa e alla raccolta di campioni di sangue per la misurazione dei biomarcatori.
Lo studio ha previsto l’analisi integrativa di biomarkers appartenenti a cinque ambiti fisiologici: clinico, stress ossidativo, metabolismo energetico, mediatori peptidici dell’immunità e lipidi della membrana cellulare dell’eritrocita maturo.
Principali risultati scientifici
Gli autori dimostrano che nei primi 6 mesi dopo la chirurgia bariatrica si verificano miglioramenti clinici e metabolici rilevanti, ma poi l’organismo raggiunge lentamente un nuovo equilibrio con alcuni disturbi metabolici e nutrizionali ancora persistenti o di nuova insorgenza.
Le evidenze più importanti che emergono dallo studio sono:
1) gli indici antropometrici (Peso, BMI, circonferenza vita) e la sensibilità all’insulina migliorano rapidamente a 6 mesi dall’intervento chirurgico, in correlazione con la funzione metabolica del tessuto adiposo e del muscolo scheletrico (migliora l’insulino-sensibilità periferica) ;
2) nei 12 mesi successivi alla chirurgia si evidenzia un effetto precoce e duraturo di riduzione dell’infiammazione sistemica, dello stress ossidativo associato al metabolismo lipidico e di modulazione della risposta immunitaria;
3) lo stato di stress ossidativo sistemico risulta correlato a tutti gli altri ambiti fisiologici analizzati in questo studio ad indicare che i relativi biomarker non solo sono un segno distintivo dello stato di obesità severa, ma possono anche essere considerati degli strumenti utili per monitorare lo stato di salute dei pazienti sottoposti a chirurgia bariatrica.
Risultati dalla lipidomica
I risultati dell’analisi lipidomica nei pazienti a 6 e 12 mesi dall’intervento chirurgico mostrano che la composizione di membrana del globulo rosso maturo è principalmente determinata dallo stato nutrizionale, da un lato, e dal metabolismo del colesterolo e dai disturbi ad esso correlati, dall’altro.
Nel dettaglio, si ripristina parzialmente l’equilibrio della composizione degli acidi grassi di membrana dei globuli rossi con la riduzione significativa dell’eccesso di acido palmitico (saturo, 16:0) e di acido omega-6 diomo-γ-linolenico (DGLA, omega-6). Tuttavia, la carenza di acidi grassi polinsaturi (PUFA), assieme ad un aumento post-chirurgico di acido arachidonico, evidenzia alcuni problemi irrisolti nell’assunzione e nella trasformazione dei lipidi che potenzialmente rendono il paziente più incline ad uno stato di infiammazione.
Il miglioramento della sensibilità all’insulina e la perdita di peso, evidenziati dallo studio a seguito di chirurgia bariatrica, sono associati a una maggiore attività degli enzimi di trasformazione degli acidi grassi di membrana (elongasi-6 e delta5-desaturasi) ad indicare (ri)attivazione del metabolismo degli acidi grassi saturi e polinsaturi omega-6.
In concomitanza, è stata osservata una significativa diminuzione del rapporto SFA/MUFA della membrana dei globuli rossi, non correlato al miglioramento né della condizione ponderale né dell’insulino-sensibilità, ma fortemente associato allo stato nutrizionale. La rapida e persistente normalizzazione del rapporto SFA/MUFA nella membrana del globulo rosso maturo dei pazienti sottoposti a chirurgia bariatrica deriva da un meccanismo dieta-dipendente che è indipendente anche dal metabolismo del glucosio.
Conclusioni
In generale, la chirurgia bariatrica porta a un migliore stato di salute, tuttavia non è una cura. A distanza di un anno dall’intervento, infatti, possono manifestarsi alcuni disturbi del metabolismo del colesterolo associati a processi pro-infiammatori e pro-ossidativi nonché ad alterazioni metaboliche e deficit nutritivi, come mostrato da alterazioni del profilo lipidomico della membrana a carico degli acidi grassi essenziali (acido linoleico) e delle piste di acidi grassi polinsaturi PUFA.
Da questi risultati si deduce l’importanza dell’analisi lipidomica di membrana, che è in stretta relazione con il ritrovamento di equilibrio metabolico-nutrizionale e fornisce anche importanti suggerimenti per attuare la personalizzazione di regimi dietetici.
Articolo a cura del Gruppo Redazionale di Lipinutragen
I consigli alimentari presenti nell’articolo non sono da intendersi sostitutivi di un piano alimentare personalizzato e sono da adattare ai casi specifici.
Bibliografia
Palleschi, S., Guglielmi, V., Nisticò, L. et al. A multi-marker integrative analysis reveals benefits and risks of bariatric surgery. Sci Rep 12, 18877 (2022). https://doi.org/10.1038/s41598-022-23241-6
Articolo OPEN ACCESS scaricabile qui: https://www.nature.com/articles/s41598-022-23241-6
Informazioni supplementari:
https://static-content.springer.com/esm/art%3A10.1038%2Fs41598-022-23241-6/MediaObjects/41598_2022_23241_MOESM1_ESM.pdf
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- Il 5 Dicembre 2022