Nutrizione Molecolare in Pediatria
Nutrizione molecolare in pediatria
L’età pediatrica rappresenta un periodo evolutivo dell’essere umano, nel quale l’alimentazione ha un ruolo fondamentale per sostenere correttamente le fasi di accrescimento e di sviluppo di nuove funzioni.
Alle nostre latitudini assistiamo sin dall’infanzia ad eccessi calorici e a cattive abitudini alimentari generate non da una difficoltà nel reperire le risorse alimentari corrette, ma da una mancanza di educazione alimentare e da informazioni fuorvianti perché orientate da logiche commerciali.
Ogni anno si assiste a nuovi allarmi sull’epidemia dell’obesità unitamente a dati che vedono aumentare patologie del metabolismo quali ad esempio l’ipertensione, le dislipidemie e il diabete anche nell’infanzia. L’ultimo rapporto pubblicato dall’OMS indica che il numero dei bambini di età inferiore ai cinque anni con problemi di peso è passata dal 1998 al 2014 da 31 a 41 milioni di individui.
I dati italiani del 2014 indicati dal sistema di sorveglianza nazionale denominato “Okkio alla Salute” su alimentazione e stili di vita nelle classi di età dai 6 ai 10 anni, indicano livelli preoccupanti di eccesso ponderale: il 20,9% dei bambini è risultato in sovrappeso e il 9,8% in condizioni di obesità, con percentuali più alte nelle regioni del centro e del sud Italia.
Sembra paradossale ma seppur in presenza di eccessi calorici ci si può trovare anche con problematiche legate alla carenza di nutrienti. La malnutrizione non è esclusivamente legata all’andamento del peso ma può riguardare anche i micronutrienti. Riprendendo la definizione dell’OMS, per malnutrizione si intende lo squilibrio tra apporto di nutrienti e di energia e la quantità di questi necessaria al corpo per garantire la crescita, il ricambio, e le funzioni specifiche dell’organismo.
Prendiamo ad esempio lo iodio, un minerale necessario in particolare per la formazione degli ormoni tiroidei e rispetto al quale si stimano apporti insufficienti nel 70% dei bambini (fonte: Federazione italiana medici pediatri).
Omega 3 per i bambini
Un particolare gruppo di nutrienti sui quali porre attenzione in quanto spesso carenti in età pediatrica sono gli acidi grassi polinsaturi Omega 3, in particolare di quelli a lunga catena EPA e DHA. Ricordiamo che la classe dei lipidi ha i seguenti livelli di assunzione di riferimento (LARN IV revisione, 2014):
- da 6 a 12 mesi = 40% delle energie totali, di cui EPA-DHA 250 mg
- da 1 a 3 anni = 35-40 % delle energie totali, di cui EPA-DHA 250 mg
- da 4 a 17 anni = 20-35 % delle energie totali, di cui EPA-DHA 250 mg
Dai 6 mesi ai 2 anni è richiesto un apporto aggiuntivo di DHA di 100 mg
Perché il DHA è così importante?
Si tratta di un lipide essenzialeper le funzioni cerebrali . La sua maggior richiesta inizia nel grembo materno attingendo alle riserve della madre attraverso la placenta per la formazione del tubo neurale che darà origine anche al cervello e alla retina. L’apporto di DHA continua poi nell’infanzia con il latte materno e successivamente con l’alimentazione per supportare la corretta crescita e maturazione del cervello e di tutto il sistema nervoso e i collegamenti sinaptici.
Alcuni studi indicano che i livelli di DHA hanno un ruolo favorevole nello sviluppare le capacità cognitive nei bambini e al contrario bassi livelli di DHA nel cervello animale determinano problemi di apprendimento e di memorizzazione.
Un numero crescente di studi sta supportando sempre più dati che correlano bassi apporti dietetici e bassi livelli di DHA ematico con disturbi da deficit di attenzione e iperattività (ADHD) e dislessia in bambini.
Le fonti preferenziali di grassi dovranno quindi includere il pesce, la frutta secca in guscio e i semi oleaginosi, gli oli vegetali.
Attualmente il consumo di pesce nei bambini dai 6 ai 10 anni si aggira in media a 1 porzione a settimana mentre dovrebbe raggiungere le 2-4 porzioni.
Per quanto riguarda la frutta secca, i semi e gli oli, bisogna privilegiare quelli maggiormente ricchi di Omega 3 a discapito di Omega 6 e di grassi saturi (SFA) (Immagine: fonte EUFIC). Evidenziamo la presenza di nuove formulazioni di oli polinsaturi da usare a crudo, appositamente composti da miscele di olio di canapa e di lino, da olio di girasole altoleico e olio di sesamo, da olio di lino e olio di girasole altoleico e da olio di canapa, lino, sesamo e girasole altoleico.
Una tipologia di grassi tipicamente in eccesso nella dieta occidentale è quella dei SFA che dovrebbe restare al di sotto del 10% delle calorie totali mentre i grassi trans (TFA) industriali dovrebbero essere praticamente assenti. Entrambe queste categorie di grassi però abbondano nei cibi da fast-food e in molti alimenti industriali quali merendine, gelati, prodotti da forno e biscotteria.
La riluttanza verso l’olio di palma raffinato riguarda, oltre alla deforestazione selvaggia per far posto alle coltivazioni, anche la sua composizione con il 50% circa di SFA. I cibi animali ricchi di SFA sono notoriamente la carne rossa (manzo, agnello e maiale), i prodotti lattiero-caseari grassi (burro, formaggi, panna, latte intero). Per conoscere più esattamente la condizione delle membrane in relazione alle varie classi di grassi, risulta particolarmente interessante l’indagine molecolare eseguita a livello delle membrane dei globuli rossi. In questo modo si può valutare l’eventuale carenza di Omega 3 e il loro rapporto con gli Omega 6, cosi come gli eccessi di SFA e la presenza di TFA.
INDICAZIONI DELLA SOCIETA’ AMERICANA DI PEDIATRIA
- Limitare il consumo di bevande zuccherate
- Incoraggiare sin da piccoli il consumo quotidiano di verdura e di frutta (5 porzioni al giorno).
- Preparare regolarmente pesce (2-4 volte a settimana) evitando quello venduto già fritto*
- Consumare i cereali e i loro derivati di tipo integrale*
- Non consentire l’uso di video (TV, computer, tablet, ecc.) prima dei 2 anni di età e successivamente limitarle a un massimo di 2 ore al giorno
- Fare colazione tutte le mattine
- Limitare i pasti fuori casa e in particolare ai fast-food
- Incoraggiare i pasti a casa e con genitori e figli insieme
- Non esagerare con le quantità seguendo le porzioni previste.
- Quando possibile, adottare l’allattamento al seno esclusivo fino al 6° mese. Mantenerlo anche dopo l’introduzione di cibi solidi fino a 12 mesi e oltre
- Fare attività fisica regolarmente
- Limitare i cibi molto calorici
* Dietary Recommendations for Healthy Children 2014, dell’ American Heart Association
Bibliografia
(1) World Health Organization; UNICEF; UN System Standing Committee on Nutrition (2006). WHO, UNICEF, and SCN informal consultation on community-based management of severe malnutrition in children – SCN Nutrition Policy Paper No. 21. Available at: http://www.who.int/child_adolescent_health/documents/fnb_v27n3_suppl/en/index.html http://www.epicentro.iss.it/okkioallasalute/
(2) Sarah E. Barlow. Expert Committee Recommendations Regarding the Prevention, Assessment, and Treatment of Child and Adolescent Overweight and Obesity: Summary Report. 2007 Dec;120 Suppl 4:S164-92
(3) LARN IV Revisione. Livelli di Assunzione di Riferimento di Nutrienti ed energia. 2014
Articolo a cura di:
Dr. Francesco Bonucci – Biologo Nutrizionista
I consigli alimentari presenti nell’articolo non sono da intendersi sostitutivi di un piano alimentare personalizzato e sono da adattare ai casi specifici.
- Il 17 Febbraio 2016