La Dieta Lipidomica
La Dieta Lipidomica
L’alimentazione moderna dei paesi più industrializzati è purtroppo pervasa da squilibri nutrizionali conseguenti ad errori alimentari tra i quali ricordiamo: un consumo eccessivo di carboidrati raffinati, di zuccheri semplici e di prodotti industriali ricchi di grassi di cattiva qualità (‘junk food’), l’assunzione dannosa di alcol, un consumo non adeguato di frutta e verdura, di cereali integrali e di pesce.
Le linee guida alimentari statunitensi – nell’ultima revisione del 2015 (Dietary Guidelines for Americans, 2015) – tra le varie indicazioni, individuano alcuni elementi critici per la salute e di cui andrebbe ridotto il consumo: cibi con zuccheri aggiunti, grassi saturi e sodio. In particolare, viene indicato di sostituire gli eccessi di grassi saturi con grassi mono e polinsaturi non con i carboidrati, come avveniva invece in precedenza.
Un tempo considerati semplicemente come depositi di energia corporea e per le proprietà di isolamento termico, i lipidi nel corpo umano hanno moltissime altre funzioni, tra le quali ricordiamo:
- sono parte fondamentale delle membrane cellulari;
- fungono da mediatori chimici e da regolatori dell’espressione del DNA.
Questi ed altri ruoli complessi che i lipidi svolgono a livello cellulare sono emersi grazie al crescente numero di evidenze raccolte dal mondo della ricerca negli ultimi decenni, dando così origine alla Lipidomica, una visione dinamica e multidisciplinare di questa classe di molecole. (Ferreri & Chatgilialoglu, 2012).
Vedendo ormai superato il concetto di dieta Low Fat, i grassi vanno inclusi nei regimi dietetici (fino al 35% delle calorie totali) sia per la prevenzione che per il dimagrimento – con un importante distinzione tra le diverse sottoclassi di lipidi e delle relative fonti alimentari.
Cosa è e a cosa serve
Vista l’importanza di cibarsi di alimenti che contengano le diverse categorie di grassi e nelle giuste proporzioni, risulta utile adottare un approccio dietetico innovativo per l’elaborazione di diete bilanciate.
Le giuste proporzioni si cercano di ottenere seguendo le linee guida redatte per la popolazione in generale e che hanno come base la Dieta Mediterranea, ma meglio ancora sarebbe una personalizzazione ad hoc attraverso l’esecuzione di un indagine molecolare fatta sull’individuo.
E’ questo il caso della dieta lipidomica, che definisce l’intervento nutrizionale sulla base dei risultati di un check-up eseguito a livello degli acidi grassi delle membrane dei globuli rossi. L’obiettivo è quello di ottenere un riequilibrio della membrana cellulare – unitamente al benessere della persona – attraverso una specifica ripartizione dietetica degli acidi grassi e di altri nutrienti, per un corretto intervento nutrizionale.
Per chi e come
La dieta lipidomica è adatta a diverse esigenze e tipologie di persone:
- Chi vuole dimagrire in modo sano
- Chi vuole fare prevenzione
- Donna in gravidanza, dopo un parto o durante l’allattamento
- Lo sportivo
- Chi è affetto da patologie che possono giovarsi di un miglior equilibrio cellulare
- Chi desidera migliorare il proprio stato di salute generale
Chi presenta una serie di disturbi non meglio diagnosticato
L’iter da seguire è molto semplice:
1) Si effettua l’esame lipidomico su membrana cellulare di globulo rosso maturo per avere importanti informazioni necessarie ad eseguire una completa valutazione dello stato nutrizionale di una persona, individuandone il profilo lipidomico, eventuali carenze e/o squilibri di acidi grassi essenziali, oltre ad informazioni
indirette su metabolismo e vie metaboliche ad essi correlate.
2) Il software LipidomicDiet®, sviluppato con la collaborazione dei ricercatori CNR, è l’unico software al mondo che permette l’elaborazione computerizzata della Dieta Lipidoica, contiene gli algoritmi di calcolo per l’elaborazione del piano alimentare lipidomico sulla base del referto dell’analisi lipidomica di un soggetto.
Macronutrienti. Per il calcolo delle calorie e la ripartizione tra lipidi, protidi e carboidrati, non vengono date indicazioni rigide; il singolo professionista – qualificato per poter stilare diete – può impostare il fabbisogno calorico valutato con i metodi a lui più congeniali (analisi bio-impedenziometrica, equazioni validate, ecc.).
Lipidi. Per il fabbisogno delle varie classi di lipidi vengono indicati dei target minimi o massimi da raggiungere con l’alimentazione. Questo è particolarmente importante per gli acidi grassi essenziali omega 3 e omega 6, spesso carenti o sbilanciati oppure per i grassi saturi, facilmente in eccesso.
Attualmente le linee guida italiane (LARN) forniscono degli intervalli minimi e massimi per questi macronutrienti, ma non danno dei target specifici e individuali. LipidomicDiet® si pone l’obiettivo di ricavare dei valori specifici per ogni classe di acido grasso ponendosi come strumento nelle mani del nutrizionista per definire più nel dettaglio i fabbisogni individuali.Carboidrati. La loro determinazione quali-quantitativa è condizionata dagli esiti del profilo lipidomico. Il metabolismo dei carboidrati è infatti biochimicamente legato a quello dei lipidi ed è pertanto estremamente importante assicurare che l’apporto di carboidrati rispetti la capacità individuale di metabolizzare questo gruppo di macronutrienti a livello cellulare. Diventa a questo punto importante la scelta dei carboidrati in base al loro indice glicemico (IG) e carico glicemico (CG).
Indice e Carico Glicemico esprimono la risposta glicemica ai pasti rispetto a determinati alimenti. Nella stesura della dieta lipidomica viene data particolare importanza a questo aspetto, per tenere una risposta insulinica post-prandiale bassa al fine di non sovra esprimere i sistemi cellulari che in ultima istanza portano alla generazione di nuovi acidi grassi saturi e di trigliceridi. Questo aspetto viene tenuto in considerazione anche nella proposta degli spuntini. Per un ridotto impatto glicemico e per il miglior profilo nutrizionale, i carboidrati amidacei ai pasti dovranno pertanto essere preferibilmente di tipo integrale e accompagnati da una buona presenza di verdura cruda e cotta.
Proteine. Viene data particolare importanza alle proteine del pesce e a quelle del mondo vegetale. I cibi proteici possono essere consumati come condimento di un primo piatto o come seconda pietanza. Tra le carni vengono preferite quelle a ridotto contenuto di grassi saturi come ad esempio le carni bianche. Tra i prodotti della pesca, si prediligono i pesci ricchi di omega 3 e quelli di piccola taglia.
Altre utili indicazioni riguardano:
Verdura. Prevista ad ogni pasto sia cruda che cotta, variandone la tipologia seguendo la stagionalità. Ruolo molto importante per l’apporto di micronutrienti (cofattori enzimatici, antiossidanti) e di fibra solubile ed insolubile. Frutta fresca. Normalmente prevista a colazione e negli spuntini (ove previsti).
Frutta secca. Importante fonte di acidi grassi insaturi di origine vegetale e in alcuni casi di omega 3 è la frutta secca, che presenta profili lipidici caratteristici a seconda del tipo.
La scelta dietetica dovrà essere coerente con le reali necessità individuali.
Antiossidanti. Altro elemento chiave è la presenza nella dieta di antiossidanti, che dovranno essere sempre inclusi per contrastare fenomeni di ossidazione lipidica e l’eventuale eccessi di trans assunti con gli alimenti o prodotti dal nostro organismo.
Frequenze. La frequenza settimanale delle principali classi di alimenti è legata alla loro componente lipidica o al loro effetto sul metabolismo, in rapporto al quadro anamnestico e al referto lipidomico. Le bevande alcoliche vengono spesso escluse o limitate, per le loro interazioni a livello epatico, cuore dei processi di mobilizzazione/trasformazione lipidica
Condimenti. La scelta migliore è quella che valuta qualità e quantità di olio da utilizzare. Essendo ricco di acidi grassi mono e polinsaturi, esso può avere funzioni nutraceutiche importanti. E’ sempre importante che grassi e gli oli siano di qualità, ottenuti da spremitura a freddo e non sottoposti a processi di idrogenazione . La scelta di base è rappresentato dall’olio extravergine d’oliva, che contiene circa il 75% di acido oleico (monoinsaturo) polifenoli, la vitamina E ed altri derivati lipidici.
Altro prodotto principe, ma la cui introduzione e frequenza dipende dall’equilibrio di membrana emerso è l’olio di lino, fonte impareggiabile di un omega 3 essenziale, l’acido alfa linolenico (ALA). Altre tipologie di oli vengono introdotti con minor frequenza a causa del loro alto rapporto omega 6/omega 3, che nella dieta occidentale moderna (e nelle membrane cellulari) risulta di frequente sbilanciato a favore dei primi.
Bibliografia
(1) US Department of Health and Human Services; US Department of Agriculture. 2015-2020 Dietary Guidelines for Americans. 8th ed. Washington, DC: US Dept of Health and Human Services; December 2015. http://www.health.gov/DietaryGuidelines. Accessed December 16, 2015
(2) Ferreri C, Chatgilialoglu C. Role of fatty acid-based functional lipidomics in the development of molecular diagnostic tools. Expert Rev Mol Diagn. 2012 Sep;12(7):767-80. doi: 10.1586/erm.12.73
(3) LARN IV Revisione. Livelli di Assunzione di Riferimento di Nutrienti ed energia. 2014
Articolo a cura di:
Dr. Francesco Bonucci – Biologo Nutrizionista
I consigli alimentari presenti nell’articolo non sono da intendersi sostitutivi di un piano alimentare personalizzato e sono da adattare ai casi specifici.
- Il 19 Gennaio 2016